Gli abiti vivi e luminescenti di Iris Van Herpen

La visione acquatica di Iris van Herpen all'haute couture di Parigi

All’interno dell’Elysée Montmartre, trasformato per l’occasione in una sorta di cattedrale marina, Iris van Herpen ha trasportato il pubblico in un universo liquido e ultraterreno. Lo show si è aperto con una figura evanescente, ispirata alle coreografie visionarie di Loïe Fuller, che è apparsa sulla scena come una creatura eterea, sospesa tra sogno e illusione.

Iris Van Herpen, Fall 2025 Couture - Photography Vogue Collection

Le modelle hanno sfilato come organismi acquatici mutanti, con movimenti lenti e ipnotici, simili a onde. Le braccia si muovevano come tentacoli, le stoffe si aprivano in ali liquide, e ogni passo sembrava parte di una coreografia organica.

La designer ha preso ispirazione dal pensiero ecologico di James Lovelock, secondo cui Terra, Mare e Atmosfera formano un sistema vivente interdipendente. In questa visione, la collezione si configura come una fusione tra vita animale, vegetale e cosmica. Creature ibride – tra meduse, murene e esseri immaginari – hanno popolato la passerella, creando una narrazione visiva sospesa tra scienza e poesia.

Iris Van Herpen, Fall 2025 Couture - Photography Vogue Collection

Uno dei momenti più stupefacenti della sfilata è stato l’ingresso di un abito sperimentale realizzato in collaborazione con il biodesigner Chris Bellamy: un capo vivente, animato da milioni di microalghe luminose, capaci di reagire al movimento e di emettere bagliori iridescenti. Un’opera d’arte biologica, racchiusa in una membrana trasparente che protegge e, al tempo stesso, amplifica la vita contenuta al suo interno.

Il suo messaggio è chiaro: il futuro del design per Iris Van Herpen passa dall’alleanza con il vivente, dall’incontro tra tecnologia e biologia, e da una nuova consapevolezza della nostra appartenenza al pianeta.

Iris Van Herpen, Fall 2025 Couture - Photography Vogue Collection